domenica 24 giugno 2012

«Facciamo musica classica con roba distorta e scombinata».


Nome: Austra 
Provenienza: Toronto
Anno di formazione: 2009
Influenze: Bjork, PJ Harvey, Nine Inch Nails, Owen Pallett, The Knife, Nina Simone, NIN, Tori Amos, Fever Ray, Juan Atkins, Giorgio Moroder, Diamanda Galas, Hercules and Love Affair.


Dopo aver scoperto che il nome 'Private Life' era già utilizzato da un'altra band in circolazione, Katie Stelmanis, Maya Postepski e Dorian Wolf optano per il secondo nome della cantante stessa: gli 'Austra' (che, secondo la mitologia lettone, designava la Dea della luce) durante il tour condividono il palco con le gemelle Sari e Romy Lightman e Ryan Wonsiak.
Definiti diverse volte come "freddi", "controversi", "ambigui", alternano (volontariamente, o anche no) una presenza calda, a volte etnica dai toni stregoneschi, a un'identità musicale più distaccata qual è l'elettronica, un po' insofferente, un po' intollerante. Una realtà degna di confrontarsi con grandi nomi nordici (svedesi in particolare).

La caratteristica contrapposizione dell'impronta lirica della Stelmanis alle sonorità elettroniche, ha il sopravvento sui continui cambi di rotta ritmica dei brani: "Quando ero al liceo ero ossessionata dall'Opera. Ho amato le tragedie, il dramma che contengono. Nei miei anni del liceo ho trascorso un sacco di tempo ad ascoltare compositori del XX secolo, come Puccini e Debussy, che scrisse prevalentemente in chiave minore", come racconta in un'intervista a thequietus.com.

"Feel it break", album d'esordio del trio canadese, adegua alla perfezione gli influssi culturali e musicali più eccentrici. Sprigiona immagini pagane e mistificatorie, accompagna visuali tetre, cupe ma improvvisamente interrotte da una convincente armonia positiva e ottimistica.
Affezionati agli austeri quanto sognanti falsetti della Stelmanis, ogni brano vanta un creativo compromesso tra musicalità classiche, antiche, e ritmi incalzanti da dancefloor. 
Anche se a tratti un po' ripetitivo e annoiato, è un album che colpisce al primo ascolto, condannando a tatuarsi su ogni fibra cerebrale questo concatenarsi di ballate già sentite, ma senza essere banali.

Tracklist:


  • Darken Her Horse
  • Lose It 
  • The Future 
  • Beat And The Pulse 
  • Spellwork
  • The Choke
  • Hate Crime 
  • The Villain
  • Shoot The Water
  • The Noise
  • The Beast

  • 30 Maggio 2012 @ sPazio 211, Torino 
    "VOGLIO MORIRE".
    Questo, il mood con cui quel giorno mi sono diretta allo sPazio 211 per assistere al concerto degli Austra, in tutta la loro tecnica impeccabile e tonicità da palcoscenico.
    Il merito di un così contagioso entusiasmo lo si deve all'ironia della sorte (aka un paio di discutibili organizzatori d'eventi), che ha voluto la stessa sera, in locali diversi a Torino, i conterranei Austra e Grimes: per chi conosce quest'ultima, sa con quanta difficoltà i fanatici della musica 'indefinibile' ritmata da voci puerili, femminili, stridule il giusto, siano stati costretti a scegliere. 
    Per tutti gli altri, basti sapere che Grimes è solo l'appena 24enne faccia da cazzo più blasonata della musica degli ultimi tempi, definita da Tastemaker Magazine come un "alieno figlio dell'amore di Aphex Twin e ABBA".

    Tornando agli Austra, la definizione "cheap and chic" gli è dovuta, dove con "cheap" mi riferisco all'esiguo prezzo del biglietto rispetto ad uno spettacolo di tale portata; e non mi rifaccio esclusivamente all'intrattenimento musicale, ma anche alle incredibili capacità danzerine della Stelmanis e delle gemelle (Romy in particolare), un misto tra "il ballo della gallina nuda" ('Scrubs' docet), un tipico rito vodoo di qualche tribù indigena e le suadenti movenze del vigile urbano.

    Austra - Lose It @ sPazio211

    Il primo assaggio di caldo estivo non ha scoraggiato le numerose persone che, aspettando nella zona esterna del locale fino all'entrata in scena del gruppo, si sono poi ammassate intorno al palco, armate di birra.
    Come da routine ormai, ho raggiunto la mia semper fidelis postazione laterale: via la giacca, spazio allo smanicato e libero sfogo alle braccia che, così come la testa, non possono non seguire l'andamento lisergico e ondulante della voce per poi interrompersi, improvvisamente, e seguire quello ferreo e incalzante della base elettronica.

     "Freed from the beat and the pulse… playing for the heart and the soul"

    Che la cultura elettronica dell'Europa del Nord fosse una garanzia era già una certezza, ma dal grande Canada,  tra foglie d'acero, castori ed alci, si sta facendo largo qualcosa di estasiante e completamente nuovo.

    O quasi.

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