Nome: Austra
Provenienza: Toronto
Anno di
formazione: 2009
Influenze: Bjork, PJ Harvey, Nine Inch Nails, Owen Pallett, The
Knife, Nina Simone, NIN, Tori Amos, Fever Ray, Juan Atkins, Giorgio
Moroder, Diamanda Galas, Hercules and Love Affair.
Dopo aver scoperto che il nome
'Private Life' era già utilizzato da un'altra band in circolazione, Katie Stelmanis, Maya Postepski
e Dorian Wolf optano per il secondo nome della cantante stessa: gli
'Austra' (che, secondo la mitologia lettone, designava la Dea della luce)
durante il tour condividono il palco con le gemelle Sari e Romy Lightman
e Ryan Wonsiak.
Definiti diverse volte
come "freddi", "controversi", "ambigui", alternano (volontariamente, o anche no) una presenza calda, a volte etnica dai toni stregoneschi, a un'identità musicale più distaccata qual è l'elettronica, un po' insofferente, un po' intollerante. Una realtà degna di confrontarsi con grandi nomi nordici (svedesi in particolare).
La caratteristica contrapposizione
dell'impronta lirica della Stelmanis alle sonorità elettroniche, ha il sopravvento sui continui cambi di
rotta ritmica dei brani: "Quando ero al liceo ero ossessionata
dall'Opera. Ho amato le tragedie, il dramma che contengono. Nei miei anni del
liceo ho trascorso un sacco di tempo ad ascoltare compositori del XX secolo,
come Puccini e Debussy, che scrisse prevalentemente in chiave minore",
come racconta in un'intervista a thequietus.com.
Affezionati agli austeri quanto sognanti falsetti della Stelmanis, ogni
brano vanta un creativo compromesso tra musicalità classiche, antiche, e ritmi
incalzanti da dancefloor.
Anche se a tratti un po' ripetitivo e annoiato, è un album che colpisce al primo ascolto, condannando a tatuarsi su ogni fibra cerebrale questo concatenarsi di ballate già sentite, ma senza essere banali.
Tracklist:
30 Maggio 2012 @ sPazio 211, Torino
"VOGLIO MORIRE".
Questo, il mood
con cui quel giorno mi sono diretta allo sPazio 211 per assistere al concerto degli Austra, in tutta
la loro tecnica impeccabile e tonicità da palcoscenico.
Il merito di
un così contagioso entusiasmo lo si deve all'ironia della
sorte (aka un paio di discutibili organizzatori d'eventi), che ha voluto la stessa sera, in locali diversi
a Torino, i conterranei Austra e Grimes: per chi conosce quest'ultima, sa con quanta difficoltà i fanatici della musica 'indefinibile' ritmata
da voci puerili, femminili, stridule il giusto, siano stati costretti a
scegliere.
Per tutti gli
altri, basti sapere che Grimes è solo l'appena 24enne faccia da cazzo più
blasonata della musica degli ultimi tempi, definita da Tastemaker Magazine come un "alieno figlio dell'amore
di Aphex Twin e ABBA".
Tornando agli Austra, la definizione "cheap and chic" gli è dovuta, dove con "cheap" mi riferisco all'esiguo prezzo del biglietto rispetto ad uno spettacolo di tale portata; e non mi rifaccio esclusivamente all'intrattenimento musicale, ma anche alle incredibili capacità danzerine della Stelmanis e delle gemelle (Romy in particolare), un misto tra "il ballo della gallina nuda" ('Scrubs' docet), un tipico rito vodoo di qualche tribù indigena e le suadenti movenze del vigile urbano.
Austra - Lose It @ sPazio211
Il primo assaggio di caldo estivo non ha scoraggiato le numerose persone che, aspettando nella zona esterna del locale fino all'entrata in scena del gruppo, si sono poi ammassate intorno al palco, armate di birra.
Come da routine ormai, ho raggiunto la mia semper fidelis postazione laterale: via la giacca, spazio allo smanicato e libero sfogo alle braccia che, così come la testa, non possono non seguire l'andamento lisergico e ondulante della voce per poi interrompersi, improvvisamente, e seguire quello ferreo e incalzante della base elettronica.
"Freed from the beat and the pulse… playing for the heart and the soul"
Che la cultura elettronica dell'Europa del Nord fosse una garanzia era già una certezza, ma dal grande Canada, tra foglie d'acero, castori ed alci, si sta facendo largo qualcosa di estasiante e completamente nuovo.
O quasi.
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